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Antiqui Cavalieri
de la Siderea Tavola de li Dispari
“ L’antiquitè est l’aristocratie de l’Histoire
RACCOLTA
di Canzoni
Goliardiche
revisionate ed approvate dal
Gran Cantore
Inni e Canzoni
17-1-1 Goliardico Internazionale
GAUDEAMUS IGITUR
(musicato a Wittemberg nel
1511)
Gaudeamus igitur,
juvenes dum sumus,
post jucundam juventutem,
post
molestam senectutem,
nos habebit humus.
Ubi sunt qui ante nos
in mundo fuere?
Transeas ad superos
abeas
ad inferos,
quod si vis videre.
Vita nostra brevis est,
brevi finietur;
venit mors velociter,
rapit nos atrociter,
nemini parcetur.
Vivat academia,
vivant professores,
vivat membrum quodlibet
vivant
membra quaelibet
semper sint in fiore!
Vivant omnes virgines,
faciles, formosae!
Vivant et mulieres
tenerae, amabiles,
bonae, laboriosae.
Vivat et res publica
et qui illam regit!
Vivat nostra civitas
mecenatum charitas,
quae nos hic protegit.
Pereat tristitia,
pereant osores,
pereat diabolus,
quivis
antiburschius
acque irrisores.
Autori ? Forse Antonio Urceo detto
Crodo
dell’Università di Bologna.Sec. XV
Forse da un allievo di CRODO
–Domenico Strada
1781 Christian Wilhem Kindleben pubblicato a Turbina
nel 1813
E’ il canto internazionale dei Goliardi e della Scienza.
17-1-2 Inno 1891 Della Goliardia Italiana
Eseguito la prima volta in pubblico a Roma 13/6/1891
Parole :
Giovanni Gizzi Legge
Musica Giovanni Melilli Medicina
Di canti di gioia,
di canti d'amore,
risuoni la vita
mai spenta nel
cuore,
non cada per essi la nostra virtù.
Dai lacci sciogliemmo
l'avvinto pensiero,
ch'or libero spazia
nei
campi del vero
e sparsa la luce sui popoli fu.
Ribelli ai tiranni,
di sangue bagnammo
le zolle d'Italia;
fra l'armi
sposammo
in sacro connubio la Patria al saper.
La Patria faremo
coi petti, coi carmi,
superba nell'arti,
temuta
nell'armi,
regina nell'opra del divo pensier.
17-1-3 Inno “ Dogatum Genuense S.O.G.L. 1947
Dalla Genova antica risorto
il novello Dogatum s'avanza
Con vigor,
giovinezza, e baldanza
e goliardico fuoco d'amor.
O gioventù
Eterna in noi se tu
Per te viviam
Sperando nel doman!
Dov'è riso di donna fulgente
e bicchiere di vin scintillante
il Dogatum
è sempre presente
Con goliardico spirto immortal.
Il goliardico spirto mai morto
Sirinnova nel tempo e negli anni
“I
Goliardi hanno sempre vent’anni”
Questo è il canto che sgorga dal
cuor
I nostri cuor
traboccano d'amor:
amor,onor,
è il nostro grido
ognor
Su venite,studenti,occorrete
Al richiamo che viene dal cuore
Solo Bacco
Tabacco ed Amore
Sanno dare la felicità.
17-1-4 Inno “ Antiqui Cavalieri de la Siderea Tavola de li Dispari”
Noi- Antiqui goliardi -Dal Dogatum del tempo di allora - Cavalieri di
antico lignaggio - Noi amiamo la
libertà
Viva
la scienza- Viva l’amor.
Siam qui – dalla nebbia del tempo- Dal
Castagna ai Leoni di Balbi –vogliamo-noi essere fratelli- per
ricordare le
tradizioni
Viva la scienza viva
l’amor.
Abelardo abbiamo-seguito- la goliardia-abbiamo nel cuore-
Spaziamo- nel campo del vero- e difendiamo la
verità.
Viva la scienza viva l’amor.
Ei, voi- bimbe sempre più- belle-gli
amori. Di un tempo lontano-ricordate ai nostri cuori-ritroviamo –la
gioventù.
Viva la scienza viva l’amor.
Ei! Guai- a chi osa fermarci-alziamo i nostri
beretti-dagli allegri mille colori- per portare serenità.
Viva la scienza
viva l’amor.
Canzoni Medievali in Latino
17/2/1 La Grande Bevuta (dai CARMINA BURANA)
In taberna quando sumus
non curamus quid sii humus
sed ad ludum
properamus
cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna
ubi sumus et
pincerna,
hoc est opus ut queratur,
si, quid loquar, audiatur,
Quidam ludunt, quidam bibunt
quidam indiscrete vivunt,
sed, in ludo
qui morantur,
ex his quidam denudantur,
quidam ibi vestuuntur,
quidam
saecis induuntur.
lbi nullus timet mortem,
sed pro Baccho mittunt sortem.
Primo, pro nummata vini,
ex hac bibunt libertini,
simul bibunt pro
captivis,
post hac bibunt ter pro vivis,
quater, pro christianis
cunctis,
quinquies, pro fidelibus detunctis;
sexies pro sororibus vanis,
septies pro militibus silvanis.
Octies, pro fratibus
perversis,
nonies, pro monachis dispersis
decies pro
navigantibus
undecies pro discordantibus
duodocies, pro
penitentibus
tredicies, pro iter agientibus
tam pro paga, tam pro
rege,
bibunt omnes sino lege.
Bibit hera, bibit herus,
bibit, miles, bibit clerus,
bibit ille,
bibit illa,
bibit servus cum ancilla,
bibit velox, bibit piger,
bibit
albus, bibit niger,
bibit constans, bibit magrus,
bibit rudis, bibit
magnus.
Bibit pauper et aegrotus,
bibit exul et ignotus,
bibit puer, bibit
canus,
bibit presul et decanus;
bibit soror, bibit frater,
bibit
anus, bibit mater,
bibit iste, bibit ille,
bibunt centum, bibunt
mille.
Parunt sexcente nummata
durant cum immoderata,
bibunt omnes sine
meta,
quamvis bibant mente leta;
sic non rodunt omnes gentes,
et sic
erimus egentes.
Qui non rodunt, confunduntur,
et cum iustis non
scribuntur.
In taverna quando
sumus
Quando siamo nella taverna
Non curamus quid sit
humus,
non ci curiamo più di quel che è la terra
Sed ad ludum
properamus
ma
ci affrettiamo al gioco,
cui sempre
insudamus.
Per il quale sempr siamo in sudore
Ibi nullus time
mortem
Qui nessuno teme la morte
Sed pro Bacco mittunt
sortem
ma si gioca a sorte per Bacco
Bibit hera, bibit
herus
Beve il padrone, beve la padrona
Bibit miles, bibit
clerus
Beve il soldato,
beve il chierico
Bibit ille,bibit
illa,
Beve lei. Beve lui,
Bibit servus cun
ancilla
Beve il servo con l’ancella,
Bibit velox,bibit
piger,
Beve il veloce , beve il pigro,
Bibit albus, bibit
niger,
Beve il bianco, beve il nero,
Bibit rudis,bibit
magus
Beve il villico, beve il mago
Bibit pauper et
aegrotus,
Beve il povero ed il malato
Bibit exul et
ignotus
Beve l’esule e l’ignorante,
Bibit puer,bibit
canus
Beve
il fanciullo,beve il vecchio,
Bibit soror,bibit
frater,
Beve la sorella, beve il fratello
Bibit anus,bibit
mater,
Beve la vecchia ,beve la madre
Bibit iste,bibit
ille,
Beve questa,beve quello,
Bibunt centum, bibunt
mille
Bevono cento, Bevono mille
17/2/2 Bibetque Bibatque
Bibetque Bibatque
Quiqumque Phalernum
Sua Cura Citiusque
Solvetur
Cadetque
CANZONI CLASSICHE DELLA GOLIARDIA ITALIANA
17/3/1 Bimbe belle. Canzonetta goliardica
Fate largo, che passano i giovani,
i seguaci di Bacco e di Venere,
coi
berretti color d' ogni genere,
e la fava rivolta all'insú! -
Cosa importa se voi non volete?
Siete vecchi, barbosi e tiranni!
Ma i
goliardi hanno sempre vent'anni,
anche quando ne hanno di piú!
Bimbe belle, facciamo l'amore
che è la cosa piú bella del mondo:
chi
non ama nel tempo giocondo
quand'è vecchio lo prende nel cul!
17-3-2 Il "Canto della Mosca" è il canto più antico che si
conosca.
Veniva cantato dagli antichi Liguri ancor prima
dell'arrivo dei Romani in onore del capo o di un eroe da esaltare, che veniva
alzato in piedi sugli scudi.
"Il canto della
mosca
quello che
tu non sai,
io,te lo insegnerò....oh..oh.
Queste sono le tue
grazie
Questi i tuoi doni
......... (tutti gridano il
nome)
Levati dai
Coglioni
Tanto in "......." c'è già
17-3-3 Amavo Una Ragazza
Amavo una ragazza
-Tou chi o Pigneu !-
l’amavo per
sposarla
non posso più baciarla;
Me la rapita il ciel!
-Ma o
belin-
Me la rapita il cielo
-Tou chi o Pigneu !-
Me la rapita
Iddio,
voglio morire anch’io
Voglio venir con te
-Ma o
belin-
Entrai dal Farmacista
-Tou chi o Pigneu !-
comprai della
cicuta
e me la son bevuta
bevuta per morir
-Ma o belin-
Ma giunto in Paradiso
-Tou chi o Pigneu !-
vidi la mia
Diletta
seduta stretta stretta
in braccio a un Cherubin
-Ma o
belin-
- GIOVINEZZA Inno dei laureandi—1908-1908
Parole Nino
Oxilia
Musica di G. Blanc -
(In seguito usato come canzone politica)
Giovinezza
Son finiti i giorni lieti
degli studi e degli amori;
o compagni, in
alto i cuori,
il passato salutiam.
È la vita una battaglia,
e il cammin irto d'inganni:
ma siam forti,
abbiam vent'anni,
l'avvenire non temiam.
Giovinezza, Giovinezza,
primavera di bellezza,
della vita nell'asprezza
il tuo canto squilla e
va.
Stretti stretti sotto braccio
d'una piccola sdegnosa,
trecce bionde,
labbra rosa,
occhi azzurri come il mar;
Ricordare in primavera
i crepuscoli vermigli
tra le verdi ombre dei
tigli
i fantastici vagar.
Giovinezza, Giovinezza,
primavera di bellezza,
della vita nell'asprezza
il tuo canto squilla e
va.
Salve, nostra adolescenza;
te commossi salutiamo,
per la vita ce ne andiamo,
il tuo riso cesserà.
Ma se un dì udremo un grido
dei fratelli non redenti
alla morte
sorridenti
il nemico ci vedrà.
Giovinezza, Giovinezza,
primavera di bellezza,
della vita nell'asprezza
il tuo canto squilla e
va.
.
CANZONI DA TAVERNA
17-4-1 Serafin 1936 (SUCAI di Cuneo)
Cori: qua
qua
Ritornello: Ohi Serafin safezuli
Zum
zum
serafezifozufoli
Ventun
ohi serafin ohi
serafin
Trentun
ohi serafin sifola bin
Serafin di sopra a un
albero
e tutte le belle donne
Sifolava tanto
bene,
venivano sull’uscio ,
che quando era
nuvolo,
per sentire il sifolo
faceva tornar sereno
Rit.
che facea tornar sereno Rit.
E persino i
pellicani
Ma a forza di sifolare
Venavano in riva al
mare
si prese un’ infiammazione.
Per sentire il
sifolo
Ed ora fa compassione
Che facea tornar sereno
Rit.
E non sifola più.
Moral
che con il sifolo,
strumento di precisione,
ci vuole precauzione,
e
saperlo adoperar. Rit.
17/4/2 Contessa di Castiglione
La contessa di Castiglione
dava il culo a Napoleone;
la contessa di
Castiglione
dava il culo a Napoleon.
Ed a Torino rimasto Camillo
in barba degli amanti
si trastullava il
billo,
e il prode Nigra faceva il ruffiano
mentre l'imperatrice
glielo prendeva in man.
Ed il re, e il re, Vittorio Emanuele,
durante, durante, durante Solferino,
vedendo, vedendo, vedendo un contadino
gli chiese, gli chiese, gli chiese
un gran favor:
« A tua moglie, per piacere,
voglio metterlo nel sedere;
a tua
moglie, per piacere,
voglio metterlo nel seder! »
E il re borbone, fuggendo a dirotto,
messa una man sul culo
gridò: «
Me l'hanno rotto! ».
E Garibaldi, rivolto a Mazzini,
disse: « To' ma'
puttana,
m'hai rotto il pistolin! ».
Cosí, cosi, l'Italia la fu fatta,
fu fatta, fu fatta, fu fatta a
stivaletto;
tra 'na, tra 'na, tra 'na chiavata e un letto
e mille, e
mille, e mille trovatel.
17/4/3 E’ morto un bischero
E’ MORTO UN BISCHERO
É morto un
bischero,
tapim-tapum,
all'ospedale;
tapim-tapum
senza le baie,
tapim-tapum
senza le
bale;
tapim-tapum
é morto un bischero,
tapim-tapum
all'ospedale,
tapim-tapum
senza le
bale,
tapim-tapum
senza i cojon!
tapim-tapum
É morto un bischero,
tapim-tapum
all'ospedale;
aveva
male
tapim-tapum
ad un coglion.
tapim-tapum
L'accompagnarono
tapim-tapum
al cimitero
tapim-tapum
quattro puttane
tapim-tapum
ed un
buson.
tapim-tapum
E sulla lapide
tapim-tapum
ci
sta su scritto:
tapim-tapum
“Qui giace un
bischero
tapim-tapum
senza coglion”
tapim-tapum
Cent'anni dopo
tapiro-tapum
lo
scoperchiarono
tapim-tapùm
e vi trovarono
tapim-tapum
solo un coglion
tapim-tapum.
17/4/4 ADDIO AI CASINI
ADDIO AI CASINI
Si chiudono i casini
e la Merlin fa festa
perché, l'ha detto
sempre,
vuol la puttana onesta.
La senatrice rossa,
testarda più di un mulo,
la libertà ci ha tolta
di andare tutti in culo.
Addio casini, frutto
della saggezza antica,
ove conobbi, imberbe,
il volto della fica.
Addio, sale famose,
con bersaglieri e fanti,
dai cazzi turgidissimi
già pronti a farsi avanti.
Addio, Metressi pingui
che deste fica al mondo,
rendendoci l'uccello
più lieto e più giocondo.
Addio, raccolte camere
ove il villan fottuto
fregava rapidissimo,
magari con lo sputo!
Addio, puttane storiche,
addio cara . “Mondiale”
che desti a culo e
fica
fama internazionale.
Addio, chiavate sapide
del letto sulla sponda,
addio, bocchini
celebri
di mora oppur di bionda!
I giovani domandano
dove chiavar. Mistero!
II cazzo è
umiliatissimo,
e vede tutto nero.
La senatrice, intanto,
sorride e se ne frega
e dice agli
italiani:
“Tiratevi una sega!”
…
17/4/5 LA
CONFESSIONE
LA CONFESSIONE
“Co' 'sta piova e co' -sto vento.
chi è che bussa al mio convento?
“
“Sono una povera vecchierella
che si vuole confessar!”
“Vattene
via, vattene via, disperazione dell'anima mia! “
“Co' 'sta piova e co' sto vento
chi è che bussa al mio convento?
“
“Sono una povera verginella
che si vuole confessar!”
“Vieni avanti, vieni avanti, che confesso utti quanti! “
“T'hanno mai toccato il petto?”
“Padre sì, ma con rispetto! “
”T'han
toccato mai la panza? “
“Padre sl, ma con creanza! “
“T'han toccato mai
la fica?”
“Padre si. ma con fatica) “
“Or, se vuoi l'assoluzione,
prendi in mano 'sto cordone! “
“Non son
scema, non son orba.
questo è cazzo, non è
corda!”
17/4/6 E’ MORTO GASPARO
Vedi quel lago….. dov’è annegato il
Gasparo L’acqua salata gli avea
corroso il bischero.
Donne vendetela che la tenete a fare ?
Viene
l’autunno e rischia d’appassire,
Viene l’inverno e rischia di
congelar
Vien Primavera e rischia di Germogliare
Viene l’estate e
puzza di baccalà.
Ragazzeeeeeeeee in camera.
17/4/7
HO COMPRATO
Ho comprato una sciarpa di lana,
l'ho comprata soltanto per te;
ho
saputo che fai la puttana:
la sciarpa di lana la tengo per me.
Ho comprato una radio Marelli,
l'ho comprata soltanto per te;
ho
saputo che lecchi gli uccelli:
la radio Marelli la tengo per me.
Ho comprato una radio Phonola,
l'ho comprata soltanto per te;
ho
saputo che fai la spagnola:
la radio Phonola la tengo per me.
Ho comprato un bel vaso di vetro,
l'ho comprato soltanto per te;
ho
saputo che vendi il didietro:
il vaso di vetro lo tengo per me.
Ho comprato un bel fiasco di vino,
l'ho comprato soltanto per te;
ho
saputo che vai nel casino:
il fiasco di vino lo tengo per me.
Ho comprato un bel paio di guanti,
li ho comprati soltanto per te;
ho
saputo che hai molti amanti:
il paio di guanti lo tengo per me.
Ho comprato le azioni Arrigoni,
le ho comprate soltanto per te;
ho
saputo che lecchi i coglioni:
le azioni Arrigoni le tengo per me.
Ho comprato una moto Gilera,
l'ho comprata soltanto per te;
ho saputo
che chiavi ogni sera:
la moto Gilera la tengo per me.
Ho comprato due belle calosce,
l'ho comprate soltanto per te;
ho
saputo che fai gli infracosce:
le belle calosce le tengo per me.
Ho comprato un'Isotta Fraschini,
l'ho comprata soltanto per te;
ho
saputo che fai dei pompini:
l'Isotta Fraschini la tengo per me.
Ho comprato una vacca ed un mulo,
li ho comprati soltanto per te;
ma
da quando lo prendi nel culo
la vacca ed il mulo li tengo per me.
Ho comprato Annabella ed Amica,
le ho comprate soltanto per te;
ma da
quando tu dai via la fica
Annabella ed Amica le tengo per me.
Ho comprato una mazza da polo,
l'ho comprata soltanto per te;
ma da
quando mi hai dato lo scolo
la mazza da polo la tengo per me.
Ho comprato due lunghi bastoni,
li ho comprati soltanto per te;
ma da
quando mi hai rotto i coglioni
i lunghi bastoni li tengo per
me.
17/4/8 MISTERI (più o meno goduriosi)
I MISTERI
Nel primo mistero lussurioso
si contempla San Cirillo
che col cazzo
fatto a spillo
inculava i microbi...
Coro: Era un fenomeno!
Nel secondo mistero godurioso
si contempla Sant'Ilario
che col cazzo
sul binario
deragliava i rapidi...
Coro:Era un fenomeno!
Nel terzo mistero peccaminoso
si contempla Santa Cecilia
che con la
fica a conchiglia
catturava i bigoli...
Coro:Era un
fenomeno!
Nel quarto mistero voluttuoso
si contempla Sant'Ambrogio
che col
cazzo ad orologio
soppesava gli attimi...
Coro: Era un
fenomenol
Nel quinto mistero misterioso
si contempla Santa Monica
che con la
fica a fisarmonica
assordava gli Angeli...
Coro:Era un
fenomenol
Nel sesto mistero lussurioso
si contempla Sant'Ermete
che col cazzo
fatto a ariete
demoliva gli alberi!
Coro:Era un fenomeno.
Nel settimo mistero godurioso
si contempla San Procopio
che col cazzo
a periscopio
inculava i naufraghi...
Coro: Era un fenomeno!
Nell'ottavo mistero peccaminoso
si contempla Santa Cunegonda
che, con
la fica fatta a fionda
abbatteva i passeri!...
Coro: Era un
fenomenol
Nel nono mistero voluttuoso
si contempla Sant'Esaù,
che col cazzo
rosso e blu
correggeva i compiti...
Coro: Era un fenomeno!
Nel decimo e ultimo mistero misterioso
si contempla Sant'Agnese
che,
con le pezze del marchese
lucidava i mobili...
Coro: Era un
fenomeno!
Pisciamo tra le
rose
Tra
le rose pisciamo
Un Fagjou in tu
pignatin
Un Fagjou in tu pignatin
Due
………
Due……
Tre……..
Tre…..
………
……..
…….
Belin ,Belin, Belin Meerdaaaaaaaaaaaaaaa.
E misureremo il nostro con vostro
E se troveremo il nostro più lungo
del vostro
Sarà il nostro più lungo del vostro
Ed il vostro non sarà
uguale al nostro………
Risu reu, Risu reu
Belin ,belin, belin Meeerdaaaaaaaaaaaa
Nel Primo mistero lussurioso
Vediamo ..Santa Agnese
Che mangiava
uova e cagava maionese.
Sant’Agnese che con le pezze del marchese lucidava i mobili.
Sant
Arturo che con cazzo nel futuro inculava i posteri
San Cirillo che col
cazzo fatto a spillo inculava i microbi
San Evarista che con la fica fatta a
pista allenava Bartali
San Illario che col cazzo sui binari, deragliava
i rapidi
San Severo che col cazzo tutto nero inneggiava al Duce
17/4/9 Il
TUCUL
Il Tucul è una capanna dove i negri fan la nanna
Il Tucul è
un antro tetro dove s’entra dal di dietro.
Non c’è sedia non c’è letto
per il povero negretto,
Sulla porta del TUCUL l’uccellino fa cucu.
17/4/10 FANFULLA DA LODI
FANFULLA DA LODI
Il barone Fanfulla da Lodi,
condottiero di gran rinomanza,
vv ien condotto una sera in istanza
dda una donna dai facili amor.
Bel condottier, bel condottier,
cessa di far la guerra, la guerra, la
guerra.
Bel condottier, bel condottier,
cessa di far la guerra e vieni a
goder!
Era vergine il prode Fanfulla
ma, alla vista di tanta maliarda,
sfoderò la sua casta alabarda,
e con zelo si mise a giostrar.
E cavalca, cavalca, cavalca,
alla fine Fanfulla si accascia;
gli
rammenta la bella bagascia:
« Cento scudi mi devi donar! ».
«Vaffancul, vaffancul, vaffanculo! -
le risponde Fanfulla, incazzato.
-
Venti scudi di già t'ho donato,
ed il resto lo prendi nel cul! »
Passa un giorno, due giorni, tre giorni,
e a Fanfulla gli prude
l'uccello:
«Cos'è mai questo male novello
che natura mi vuole donar?
».
Vien chiamato un dottore di grido,
che gli dice « Mio caro Fanfulla,
qui bisogna amputare una palla
se di scolo non vuoi tu morir!
».
Ritornello
In materia di cazzi e di scoli
non c’è
proprio mai nulla che tenga
vige solo la legge del Menga
che all’incirca
si esprime così
Chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul,
chi l’ha nel cul s’el
tenga
chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul,
chi l’ha nel cul s’el
tenga
s’el tenga ben dur
17/4/11 OSTERIE
LE OSTERIE
Osteria numero uno.
(paraponzi ponzi pò)
al casin non c'è
nessuno
(paraponzi ponzi pà)
ci son solo preti e frati
che
s'incutano beati,
dammela ben, biondina,
dammela ben, biondà!...
Osteria numero due,
(paraponzi ponzi pò)
le mie gambe fra le
tue,
(paraponzi ponzi pà)
le tue gambe fra le mie
fanno
cento porcherie,
dammela ben, biondina,
dammela ben, biondà!...
Osteria numero tre,
(paraponzi ponzi pò)
la Peppina fa il
caffè;
(paraponzi ponzi pà)
fa il caffè alla tirolese,
con le
pezze del marchese,
dammela ben, biondina.
dammela ben, biondà!...
Osteria numero quattro,
(paraponzi ponzi pò)
la servetta ha
rotto un piatto,
(paraponzi ponzi pà)
e per non farlo vedere
ficca i cocci nel sedere,
dammela ben, biondina,
dammela ben,
biondà!...
(variante)
Osteria numero quattro,
(paraponzi ponzi
pò)
la marchesa aveva un gatto,
(paraponzi ponzi pà)
si
faceva un ditalino
con la coda del felino,
dammela ben biondina,
dammela ben biondà!...
Osteria numero cinque,
(paraponzi ponzi pò)
c'è chi perde,
c'è chi vince;
(paraponzi ponzi pà)
ma chi perde, caso strano
se lo trova dentro l'ano,
dammela ben, biondina,
dammela ben,
biondà!...
Osteria numero sei,
(paraponzi ponzi pò)
è il casino degli
ebrei;
(paraponzi ponzi pà)
ma gli ebrei son sporcaccioni,
ficcan dentro anche i coglioni,
dammela ben, biondina,
dammela ben,
biondà!...
Osteria numero sette,
(paraponzi ponzi pò)
Il salame piace a
fette,
(paraponzi ponzi pà)
ma alle donne, caso strano,
Il
salame piace sano,
dammela ben, biondina,
dammela ben, biondà!...
Osteria numero otto,
(paraponzi ponzi pò)
la marchesa fa il
risotto;
(paraponzi ponzi pà)
fa il risotto ben condito
con
lo sperma dei marito.
dammela ben biondina,
dammela ben, biondà!...
Osteria numero nove,
(paraponzi ponzi pò)
il mio cazzo fa le
prove;
(paraponzi ponzi pà)
fa le prove contro il muro
per
vedere quant'è duro.
dammela ben, biondina,
dammela ben, biondà!...
(variante)
Osteria numero nove,
(paraponzi ponzi pò)
la marchesa fa le prove,
(paraponzi ponzi pà)
fa le
prove col prosciutto,
per veder se c'entra tutto,
dammela ben biondina,
dammela ben biondà!...
Osteria numero venti,
(paraponzi ponzi pò)
se la fica avesse
i denti,
(paraponzi ponzi pà)
quanti cazzi
all'ospedale,
quante fiche in tribunale,
dammela ben, biondina,
dammela
ben, bionda]...
Osteria numero cento,
(paraponzi ponzi pò)
più lo spingi e
più va dentro,
(paraponzi ponzi pà)
ma, se spingi oltre misura,
poi ti nasce una creatura,
dammela ben biondina,
dammela ben
biondà!...
Osteria numero mille.
(paraponzi ponzi pò)
il mio cazzo fa
scintille,
(paraponzi ponzi pà)
fa scintille nella notte
per
veder le donne biotte,
dammela ben biondina,
dammela ben biondà!...
Osteria del cimitero,
(paraponzi ponzi pò)
è successo un
fatto nero:
(paraponzi ponzi pà)
due cadaveri putrefatti
si
inculavan come matti,
dammela ben biondina,
dammela ben blondà!...
Osteria del Vaticano,
(paraponzi ponzi pò)
è successo un
fatto strano,
(paraponzi ponzi pà)
Sua Eminenza con gli
occhiali
inculava i cardinali,
dammela ben biondina,
dammela ben
biondà!...
17/4/12 Rosina
Rit, Rosina dammela ,dammela, dammela,dammela.
Rosina dam,dam,dam per
amor
E no,e no,eno,non te la do
No,no,no non te la do perché non ce
l’ho
Ci narrano le istorie che Romolo Quirino
Dopo fondata Roma ci
aprissero un bel casino,
poiché le Bolognesi non erano
vicine
dovette accontentarsi di vergini sabine,
Ma tutto questo avvenne in
tempo assai lontanano!
Adesso,in quei locali,ci han fatto il Vaticano,
E
come disse Enea al figlioletto Iulo
Anche questa volta ce l’hanno messo in
culo.
Il prode Muzio Scevola,brandendo il suo pugnale,
trafisse nella chiappe
,per sbaglio un generale,
allora Re Porsenna ,per dargli una lezione,
gli
fece abbrustolire la fava sul carbone.
Ma il re,distrattamente essendosi
voltato,
si prese nel didietro quel cazzo arroventato!
Il prode Muzio
Scevola guardando sul catino
Le seghe d’ora in poi le spara con mancino.
I tre fratelli Orazi,recandosi a duello,
invece delle spade
affilavano l’uccello,
le spese di quell’atto le fecero i Curiazi,
che
furono squarciati nel culo da quei cazzi
Richiesero a Cornelia,ragazzi molto
belli,
però non eran quelli i beni più adorati:
di negri avea un serraglio
dai cazzi esercitati
17/4/13 Alla “Polizia Municipale”- “Cantune”-“Bacchiferi”
Correvano, correvano
Sembravano POMPIeri
Quei quattro cullatieri
delle guardie di città.
17/4/14 la “ BIGA”
Ai Romani piaceva la BIGA
Più dinamica della lettiga
Se vedevi una BIGA passar
Ti sentivi il Cocchio tirar
Viva la Biga Viva la Biga
Fu Poppea una donna un poco strana
A girar con la Biga scoperta
E
i Romani stavano all’erta.
Viva la Biga Viva la Biga
17/4/ 15 Un Rumore
Pietro disse a Paolo e Paolo disse a Pietro
Chi fece quel
rumore dal … DI DIETRO
Non me lo dica .. dica , dica
Non me lo dica .. dica , dica
E’vero E’ vero
Ma Paolo disse a Pietro e Pietro disse a Paolo
Chi fece quel rumore
è il tuo CAVALLO
E’ vero è vero.
Non me lo dica, dica ,dica
Non me lo dica,dica ,dica
Viva La faccia del
compositor che fece
QUESTO CANTICO D’AMOR
17/4/16 “Che bei tempi rievochiamo”
Che bei tempi rievochiamo
Ottocento su per giù
Quando ogni
cittadino era esempio di virtù
Egli andava nei “Casini” senza “Olla” né “Hatù”
Perchè ogni cittadino era
esempio di virtù
E senza i padri nascevano i figli,
come i conigli, come i
conigli
Perché ogni cittadino era esempio di virtù.
Ed anche i preti avean le amanti ,belle e costanti
Come quelle di
oggidì
Perché ogni cittadino era esempio di virtù.
Dura minga
Non può durare
17/4/17 Stornelli
Fiorin Fiorello ti canto or ora un ritornello:
A Firenze facevi il trippaio.
T’è successo un grandissimo guaio
La tu,
moglie dal cuore eccelenti
Dava via la trippa per niente
La canzon pirulilorin pillurilolere
La canzon pirulilorin
pillurilolera
La tua moglie cosi per natura
Ha del fuoco una grande paura
Io lo
vista ancora ieri
Era a letto con QUATTRO POMPIERI
Rit.
17/4/18 Viva Torino
Viva Torino,città delle belle donne
Noi siamo le colonne,noi siamo le
colonne,
Viva Torino ,città delle belle donne
Noi siamo le colonne
dell’Università.
Era lei si si/era lei no no
Era lei che lo voleva/era lei che lo
pigliò
Ma quando non arriva ,il vaglia di papà
Noi siamo le colonne… del
Monte di Pietà
Era lei si si……
……………
Ma quando arriva, il vaglia di papà
Noi siamo
le colonne … di tutti i varietà
Era lei si si ….
………………..
17/4/19 Il Cosacco
Là
nella steppa grigia,
là nella steppa brulla,
tra i rami di betulla
galoppa un cavalier.
E cosacco torna a casa,
ma Natascia non l'aspetta:
era andata a far
marchetta
col marchese Sboronoff.
Il cosacco, incazzato,
prende l'ascia e la doppietta
e si reca, in
bicicletta,
al castello Sboronoff.
Sta Natascia, svergognata,
china e prona sul divano,
e il marchese,
con la mano
le palpeggia el bus del cul.
Il cosacco, cazzo in mano,
glielo punta contro il culo,
e, spingendo
come un mulo,
gli frantuma lo sfinter.
Il cosacco, furibondo,
infierisce poi con l'ascia,
ti disquarta la bagascia,
e ti evira
Sboronoff.
Il cosacco, vendicato,
prende l'ascia e la doppietta,
e, salito in
bicicletta
per la steppa se ne va.
11 cosacco, rincazzato,
va diritto da Stalino,
il ruffiano del
casino,
del casino Fregnastuff.
E Stalino gli promette
`na bagascia per le sette,
dietro lauta
ricompensa
d'otto rubli e una credenza.
Il cosacco, ingalluzzito,
tocca il cazzo con un dito,
per vedere la
reazione
dell'uccello e del coglione.
Constatata l'efficienza,
carca in spalla la credenza,
e poi sale in
tutta fretta
agognando la marchetta.
La puttana, denudata,
gli vuoi fare un'imboccata
perché trova 'l suo
uccellino
saporito di stracchino.
Al cosacco, caso strano,
gli si ammoscia nella mano,
e, tornato in
tutta fretta,
deve farsi una pugnetta.
17/4/20 NORMA
Norma, dei tuoi rimproveri
non ce ne frega un cazzo:
della tua fica
vergine
noi ne farem strapazzo.
Non ci saran più culi né fiche verginelle:
sotto le nostre turgide,
durissime cappelle
scomparirà, scomparirà
ogni ricordo di verginità.
Entra ed esce e non fa male
fino alle pale, fino alle pale;
per veder
chi l'ha più dritto
lo sbatteremo contro il soffitto;
per veder chi l'ha
più duro
lo picchieremo contro ad un muro;
e per veder chi l'ha più
grosso
lo ficcheremo dentro in un fosso.
17/4/21 L'OSELIN DE LA COMARE
L'oselin de la comare,
l'oselin volea volare;
si posò sopra la testa:
l'oselin faceva festa.
Ma più in giù volva volare
l'oselin de la comare.
Si posò sopra le tette:
l'oselin battea le alette.
Si posò sopra la panza,
l'oselin senza creanza.
Si posò sopra i ginocchi,
I'oselin batteva gli occhi.
Ma più in su volva volare
I'oselin de la comare!
Si posò sopra la fica
l'oselin facea fatica:
e su e giù prese a volare
l’osellin de la comare.
17/4/22 VIENI CON ME, MIA BELLA
Vieni con me, mia bella,
vieni con me a Palazzo;
ti mostrerò il mio
ca ...ro
e amato genitor.
Vieni con me, mia bella,
vieni con me alla valle:
ti mostrerò le
pall…ide
rose dei mio giardin.
Vieni con me, mia bella,
vieni con me in bottega:
tu mi farai 'na
se...mplice
dichiarazion d'amor.
Vieni con me, mia bella,
vieni alla quercia antica:
mi mostrerai la
fi ...bbia
la fibbia del gilè.
Vieni con me, mia bella,
vieni con me al ruscello:
ti mostrerò
l'uc..ente
la lama del pugnal.
17/4/23 LA VISPA TERESA
La vispa
Teresa avea, tra l'erbetta,
a volo sorpresa gentil fartalletta
e tutta
giuliva gridava a distesa:
“L'ho presa, l'ho presa, l'ho presa nel cul !
Fate largo, che passano i giovani
i seguaci di Bacco e di Venere,
coi
cappelli color d'ogni genere
e la fava rivolta all'insù!
Cosa Importa se voi professori
siete vecchi, barbosi e tiranni?
I
Goliardi hanno sempre vent'anni
anche quando ne hanno di più!
Bimbe belle, facciamo l'amore
che è la cosa più bella del mondo:
chi
non ama nel tempo giocondo
quand'è vecchio lo prende nel cul!
Lo punteremo contro il muro
e scopriremo chi l'ha più duro;
lo
punteremo sul soffitto
e scopriremo chi l'ha più dritto;
lo metteremo tra
due porte
e scopriremo chi l'ha più forte;
lo getteremo dentro a un
fosso
scopriremo chi l'ha più grosso