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Progresso Scientifico

Invece non c’è dubbio e tutti sono concordi che Abelardo sia il precursore dell’Analisi Scientifica dei fenomeni che dal XII secolo in poi caratterizzerà l’insegnamento nelle nascenti Università europee, ma è anche un primitivo enunciatore del libero pensiero, un precursore dell’Umanesimo ed un in ispiratore dell’illuminismo dei secoli successivi. In quel periodo Parigi era il più importante centro culturale europeo per gli studi filosofici e teologici nonché il centro politico più rilevante a causa della presenza del Re di Francia. La presenza di illustri Maestri favorirà la nascita degli “Studium generale” e quindi delle Università organiche, a Bologna con Irnerio, a Parigi con Abelardo e gli altri scolastici, a Salamanca, Oxford e Coimbra.

Abelardo attira l’interesse e l’attenzione degli studenti di tutte le università europee del millennio perché in lui intravedono l’alfiere della libertà di pensiero, l’origine del pensiero laico e l’inizio del suo faticoso cammino avviene proprio in quel momento storico ove la chiesa aspirava alla teocrazia mantenendo il monopolio della cultura e pretendendo la supremazia sulle corone..
Credo tuttavia che non siano questi aspetti originali e rivoluzionari del costume etico religioso medioevale e le loro possibili implicazioni sociali (evidenziate da Arnaldo da Brescia) ad aver affascinato gli studenti nei secoli successivi ma piuttosto la sua vicenda umana, il suo sofferto rapporto con Eloisa, la sua personalità ribelle, il suo anarchismo. Nella tenace difesa del pensiero umano, dai sui scritti risalta ossessivo l’amore per l’uomo vittima di superstizioni e mistificazioni intellettuali, emerge il suo profondo ed indomabile spirito critico, la sua dialettica, la sua fama di conoscenza e quindi il suo imperativo di cultura. Infine la sua credibilità di docente carismatico è rafforzata dal fatto che il profondo amore per la filosofia non è disgiunto dal suo dichiarato compiacimento per i piaceri umani e per l’importanza della vita materiale, le amicizie, le passioni, l’affetto dei suoi discepoli. I poemi amorosi dedicati ad Eloisa non ci sono pervenuti ma le loro tracce appaiono a più riprese nell’opera autobiografica Historia calamitatum meum (Storia delle mie disgrazie) ove Abelardo rievoca il clima di popolarità e successo in cui vivevano maestro ed allieva ricordando che nelle strade di Parigi, in quei giorni felici, gli studenti passavano cantando le canzoni da lui composte per Eloisa.
A conferma del grande successo della poesia amorosa di Abelardo, Eloisa testimonia dal suo Epistolario: “….Avevi due cose in particolare che ti rendevano subito caro: la grazia della tua poesia e il fascino delle tue canzoni…..”.
Sono questi i presupposti che dal XII secolo in poi hanno ispirato le organizzazioni studentesche europee nelle diverse Università, le confraternite studentesche, i clubs, gli ordini goliardici a fare riferimento ad Abelardo ed in minor misura a taluni dei suoi discepoli.
Abelardo fu chiamato” Lucifer” e “Rhinoceros indomitus” dai suoi detrattori contemporanei ma anche “novello Golia” e questo epiteto è poi stato regolarmente attribuito ai più prestigiosi clerici poeti o ai rappresentanti delle organizzazioni studentesche e goliardiche. Già nel secolo successivo alcuni esponenti noti dei clerici dell’"Ordo Clericalis" ed altri poeti e cantori delle generazioni di studenti successive ad Abelardo furono denominati novelli Golia: Gualtiero di Chatillon (Tristitia Temporum) e l’anonimo Arciprete di Colonia (Confessio Goliae) entrambi ritenuti autori di taluni dei più conosciuti canti goliardici medioevali.

Giancarlo GIANFRANCHI 

Da: "Il Rintocco del Campano" Pisa 2004.

 

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