Goliardia Istituzionale

Antiqui Cavalieri de la Siderea Tavola de li Dispari - L’antiquitè est l’aristocratie de l’Histoire



RACCOLTA di Canzoni Goliardiche revisionate ed approvate dal Gran Cantore


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Inni e Canzoni 17-1-1 Goliardico Internazionale

GAUDEAMUS IGITUR (musicato a Wittemberg nel 1511) Gaudeamus igitur, juvenes dum sumus, post jucundam juventutem, post molestam senectutem, nos habebit humus. Ubi sunt qui ante nos in mundo fuere? Transeas ad superos abeas ad inferos, quod si vis videre. Vita nostra brevis est, brevi finietur; venit mors velociter, rapit nos atrociter, nemini parcetur. Vivat academia, vivant professores, vivat membrum quodlibet vivant membra quaelibet semper sint in fiore! Vivant omnes virgines, faciles, formosae! Vivant et mulieres tenerae, amabiles, bonae, laboriosae. Vivat et res publica et qui illam regit! Vivat nostra civitas mecenatum charitas, quae nos hic protegit. Pereat tristitia, pereant osores, pereat diabolus, quivis antiburschius acque irrisores. Autori ? Forse Antonio Urceo detto Crodo dell’Università di Bologna Sec. XV. Forse da un allievo di CRODO – Domenico Strada 1781 Christian Wilhem Kindleben pubblicato a Turbina nel 1813. E’ il canto internazionale dei Goliardi e della Scienza.

17-1-2 Inno 1891 Della Goliardia Italiana Eseguito la prima volta in pubblico a Roma 13/6/1891 Parole : Giovanni Gizzi Legge Musica Giovanni Melilli Medicina Di canti di gioia, di canti d'amore, risuoni la vita mai spenta nel cuore, non cada per essi la nostra virtù. Dai lacci sciogliemmo l'avvinto pensiero, ch'or libero spazia nei campi del vero e sparsa la luce sui popoli fu. Ribelli ai tiranni, di sangue bagnammo le zolle d'Italia; fra l'armi sposammo in sacro connubio la Patria al saper. La Patria faremo coi petti, coi carmi, superba nell'arti, temuta nell'armi, regina nell'opra del divo pensier.

17-1-3 Inno “ Dogatum Genuense S.O.G.L. 1947 Dalla Genova antica risorto il novello Dogatum s'avanza Con vigor, giovinezza, e baldanza e goliardico fuoco d'amor. O gioventù Eterna in noi se tu Per te viviam Sperando nel doman! Dov'è riso di donna fulgente e bicchiere di vin scintillante il Dogatum è sempre presente Con goliardico spirto immortal. Il goliardico spirto mai morto Sirinnova nel tempo e negli anni “I Goliardi hanno sempre vent’anni” Questo è il canto che sgorga dal cuor I nostri cuor traboccano d'amor: amor,onor, è il nostro grido ognor Su venite,studenti,occorrete Al richiamo che viene dal cuore Solo Bacco Tabacco ed Amore Sanno dare la felicità.

17-1-4 Inno “ Antiqui Cavalieri de la Siderea Tavola de li Dispari” Noi- Antiqui goliardi -Dal Dogatum del tempo di allora - Cavalieri di antico lignaggio - Noi amiamo la libertà Viva la scienza- Viva l’amor. Siam qui – dalla nebbia del tempo- Dal Castagna ai Leoni di Balbi –vogliamo-noi essere fratelli- per ricordare le tradizioni Viva la scienza viva l’amor. Abelardo abbiamo-seguito- la goliardia-abbiamo nel cuore- Spaziamo- nel campo del vero- e difendiamo la verità. Viva la scienza viva l’amor. Ei, voi- bimbe sempre più- belle-gli amori. Di un tempo lontano-ricordate ai nostri cuori-ritroviamo –la gioventù. Viva la scienza viva l’amor. Ei! Guai- a chi osa fermarci-alziamo i nostri beretti-dagli allegri mille colori- per portare serenità. Viva la scienza viva l’amor.

Canzoni Medievali in Latino 17/2/1 La Grande Bevuta (dai CARMINA BURANA) In taberna quando sumus non curamus quid sii humus sed ad ludum properamus cui semper insudamus. Quid agatur in taberna ubi sumus et pincerna, hoc est opus ut queratur, si, quid loquar, audiatur, Quidam ludunt, quidam bibunt quidam indiscrete vivunt, sed, in ludo qui morantur, ex his quidam denudantur, quidam ibi vestuuntur, quidam saecis induuntur. lbi nullus timet mortem, sed pro Baccho mittunt sortem. Primo, pro nummata vini, ex hac bibunt libertini, simul bibunt pro captivis, post hac bibunt ter pro vivis, quater, pro christianis cunctis, quinquies, pro fidelibus detunctis; sexies pro sororibus vanis, septies pro militibus silvanis. Octies, pro fratibus perversis, nonies, pro monachis dispersis decies pro navigantibus undecies pro discordantibus duodocies, pro penitentibus tredicies, pro iter agientibus tam pro paga, tam pro rege, bibunt omnes sino lege. Bibit hera, bibit herus, bibit, miles, bibit clerus, bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla, bibit velox, bibit piger, bibit albus, bibit niger, bibit constans, bibit magrus, bibit rudis, bibit magnus. Bibit pauper et aegrotus, bibit exul et ignotus, bibit puer, bibit canus, bibit presul et decanus; bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater, bibit iste, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille. Parunt sexcente nummata durant cum immoderata, bibunt omnes sine meta, quamvis bibant mente leta; sic non rodunt omnes gentes, et sic erimus egentes. Qui non rodunt, confunduntur, et cum iustis non scribuntur. In taverna quando sumus Quando siamo nella taverna Non curamus quid sit humus, non ci curiamo più di quel che è la terra Sed ad ludum properamus ma ci affrettiamo al gioco, cui sempre insudamus. Per il quale sempr siamo in sudore Ibi nullus time mortem Qui nessuno teme la morte Sed pro Bacco mittunt sortem ma si gioca a sorte per Bacco Bibit hera, bibit herus Beve il padrone, beve la padrona Bibit miles, bibit clerus Beve il soldato, beve il chierico Bibit ille,bibit illa, Beve lei. Beve lui, Bibit servus cun ancilla Beve il servo con l’ancella, Bibit velox,bibit piger, Beve il veloce , beve il pigro, Bibit albus, bibit niger, Beve il bianco, beve il nero, Bibit rudis,bibit magus Beve il villico, beve il mago Bibit pauper et aegrotus, Beve il povero ed il malato Bibit exul et ignotus Beve l’esule e l’ignorante, Bibit puer,bibit canus Beve il fanciullo,beve il vecchio, Bibit soror,bibit frater, Beve la sorella, beve il fratello Bibit anus,bibit mater, Beve la vecchia ,beve la madre Bibit iste,bibit ille, Beve questa,beve quello, Bibunt centum, bibunt mille Bevono cento, Bevono mille 17/2/2 Bibetque Bibatque Bibetque Bibatque Quiqumque Phalernum Sua Cura Citiusque Solvetur Cadetque

CANZONI CLASSICHE DELLA GOLIARDIA ITALIANA

17/3/1 Bimbe belle. Canzonetta goliardica Fate largo, che passano i giovani, i seguaci di Bacco e di Venere, coi berretti color d' ogni genere, e la fava rivolta all'insú! - Cosa importa se voi non volete? Siete vecchi, barbosi e tiranni! Ma i goliardi hanno sempre vent'anni, anche quando ne hanno di piú! Bimbe belle, facciamo l'amore che è la cosa piú bella del mondo: chi non ama nel tempo giocondo quand'è vecchio lo prende nel cul! 17-3-2 Il "Canto della Mosca" è il canto più antico che si conosca. Veniva cantato dagli antichi Liguri ancor prima dell'arrivo dei Romani in onore del capo o di un eroe da esaltare, che veniva alzato in piedi sugli scudi. "Il canto della mosca quello che tu non sai, io,te lo insegnerò....oh..oh. Queste sono le tue grazie Questi i tuoi doni ......... (tutti gridano il nome) Levati dai Coglioni Tanto in "......." c'è già 17-3-3 Amavo Una Ragazza Amavo una ragazza -Tou chi o Pigneu !- l’amavo per sposarla non posso più baciarla; Me la rapita il ciel! -Ma o belin- Me la rapita il cielo -Tou chi o Pigneu !- Me la rapita Iddio, voglio morire anch’io Voglio venir con te -Ma o belin- Entrai dal Farmacista -Tou chi o Pigneu !- comprai della cicuta e me la son bevuta bevuta per morir -Ma o belin- Ma giunto in Paradiso -Tou chi o Pigneu !- vidi la mia Diletta seduta stretta stretta in braccio a un Cherubin -Ma o belin- GIOVINEZZA Inno dei laureandi—1908-1908 Parole Nino Oxilia Musica di G. Blanc - (In seguito usato come canzone politica) Giovinezza Son finiti i giorni lieti degli studi e degli amori; o compagni, in alto i cuori, il passato salutiam. È la vita una battaglia, e il cammin irto d'inganni: ma siam forti, abbiam vent'anni, l'avvenire non temiam. Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza, della vita nell'asprezza il tuo canto squilla e va. Stretti stretti sotto braccio d'una piccola sdegnosa, trecce bionde, labbra rosa, occhi azzurri come il mar; Ricordare in primavera i crepuscoli vermigli tra le verdi ombre dei tigli i fantastici vagar. Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza, della vita nell'asprezza il tuo canto squilla e va. Salve, nostra adolescenza; te commossi salutiamo, per la vita ce ne andiamo, il tuo riso cesserà. Ma se un dì udremo un grido dei fratelli non redenti alla morte sorridenti il nemico ci vedrà. Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza, della vita nell'asprezza il tuo canto squilla e va. . CANZONI DA TAVERNA 17-4-1 Serafin 1936 (SUCAI di Cuneo) Cori: qua qua Ritornello: Ohi Serafin safezuli Zum zum serafezifozufoli Ventun ohi serafin ohi serafin Trentun ohi serafin sifola bin Serafin di sopra a un albero e tutte le belle donne Sifolava tanto bene, venivano sull’uscio , che quando era nuvolo, per sentire il sifolo faceva tornar sereno Rit. che facea tornar sereno Rit. E persino i pellicani Ma a forza di sifolare Venavano in riva al mare si prese un’ infiammazione. Per sentire il sifolo Ed ora fa compassione Che facea tornar sereno Rit. E non sifola più. Moral che con il sifolo, strumento di precisione, ci vuole precauzione, e saperlo adoperar. Rit. 17/4/2 Contessa di Castiglione La contessa di Castiglione dava il culo a Napoleone; la contessa di Castiglione dava il culo a Napoleon. Ed a Torino rimasto Camillo in barba degli amanti si trastullava il billo, e il prode Nigra faceva il ruffiano mentre l'imperatrice glielo prendeva in man. Ed il re, e il re, Vittorio Emanuele, durante, durante, durante Solferino, vedendo, vedendo, vedendo un contadino gli chiese, gli chiese, gli chiese un gran favor: « A tua moglie, per piacere, voglio metterlo nel sedere; a tua moglie, per piacere, voglio metterlo nel seder! » E il re borbone, fuggendo a dirotto, messa una man sul culo gridò: « Me l'hanno rotto! ». E Garibaldi, rivolto a Mazzini, disse: « To' ma' puttana, m'hai rotto il pistolin! ». Cosí, cosi, l'Italia la fu fatta, fu fatta, fu fatta, fu fatta a stivaletto; tra 'na, tra 'na, tra 'na chiavata e un letto e mille, e mille, e mille trovatel. 17/4/3 E’ morto un bischero E’ MORTO UN BISCHERO É morto un bischero, tapim-tapum, all'ospedale; tapim-tapum senza le baie, tapim-tapum senza le bale; tapim-tapum é morto un bischero, tapim-tapum all'ospedale, tapim-tapum senza le bale, tapim-tapum senza i cojon! tapim-tapum É morto un bischero, tapim-tapum all'ospedale; aveva male tapim-tapum ad un coglion. tapim-tapum L'accompagnarono tapim-tapum al cimitero tapim-tapum quattro puttane tapim-tapum ed un buson. tapim-tapum E sulla lapide tapim-tapum ci sta su scritto: tapim-tapum “Qui giace un bischero tapim-tapum senza coglion” tapim-tapum Cent'anni dopo tapiro-tapum lo scoperchiarono tapim-tapùm e vi trovarono tapim-tapum solo un coglion tapim-tapum.

17/4/4 ADDIO AI CASINI ADDIO AI CASINI Si chiudono i casini e la Merlin fa festa perché, l'ha detto sempre, vuol la puttana onesta. La senatrice rossa, testarda più di un mulo, la libertà ci ha tolta di andare tutti in culo. Addio casini, frutto della saggezza antica, ove conobbi, imberbe, il volto della fica. Addio, sale famose, con bersaglieri e fanti, dai cazzi turgidissimi già pronti a farsi avanti. Addio, Metressi pingui che deste fica al mondo, rendendoci l'uccello più lieto e più giocondo. Addio, raccolte camere ove il villan fottuto fregava rapidissimo, magari con lo sputo! Addio, puttane storiche, addio cara . “Mondiale” che desti a culo e fica fama internazionale. Addio, chiavate sapide del letto sulla sponda, addio, bocchini celebri di mora oppur di bionda! I giovani domandano dove chiavar. Mistero! II cazzo è umiliatissimo, e vede tutto nero. La senatrice, intanto, sorride e se ne frega e dice agli italiani: “Tiratevi una sega!” … 17/4/5 LA CONFESSIONE LA CONFESSIONE “Co' 'sta piova e co' -sto vento. chi è che bussa al mio convento? “ “Sono una povera vecchierella che si vuole confessar!” “Vattene via, vattene via, disperazione dell'anima mia! “ “Co' 'sta piova e co' sto vento chi è che bussa al mio convento? “ “Sono una povera verginella che si vuole confessar!” “Vieni avanti, vieni avanti, che confesso utti quanti! “ “T'hanno mai toccato il petto?” “Padre sì, ma con rispetto! “ ”T'han toccato mai la panza? “ “Padre sl, ma con creanza! “ “T'han toccato mai la fica?” “Padre si. ma con fatica) “ “Or, se vuoi l'assoluzione, prendi in mano 'sto cordone! “ “Non son scema, non son orba. questo è cazzo, non è corda!” 17/4/6 E’ MORTO GASPARO Vedi quel lago….. dov’è annegato il Gasparo L’acqua salata gli avea corroso il bischero. Donne vendetela che la tenete a fare ? Viene l’autunno e rischia d’appassire, Viene l’inverno e rischia di congelar Vien Primavera e rischia di Germogliare Viene l’estate e puzza di baccalà. Ragazzeeeeeeeee in camera.

17/4/7 HO COMPRATO Ho comprato una sciarpa di lana, l'ho comprata soltanto per te; ho saputo che fai la puttana: la sciarpa di lana la tengo per me. Ho comprato una radio Marelli, l'ho comprata soltanto per te; ho saputo che lecchi gli uccelli: la radio Marelli la tengo per me. Ho comprato una radio Phonola, l'ho comprata soltanto per te; ho saputo che fai la spagnola: la radio Phonola la tengo per me. Ho comprato un bel vaso di vetro, l'ho comprato soltanto per te; ho saputo che vendi il didietro: il vaso di vetro lo tengo per me. Ho comprato un bel fiasco di vino, l'ho comprato soltanto per te; ho saputo che vai nel casino: il fiasco di vino lo tengo per me. Ho comprato un bel paio di guanti, li ho comprati soltanto per te; ho saputo che hai molti amanti: il paio di guanti lo tengo per me. Ho comprato le azioni Arrigoni, le ho comprate soltanto per te; ho saputo che lecchi i coglioni: le azioni Arrigoni le tengo per me. Ho comprato una moto Gilera, l'ho comprata soltanto per te; ho saputo che chiavi ogni sera: la moto Gilera la tengo per me. Ho comprato due belle calosce, l'ho comprate soltanto per te; ho saputo che fai gli infracosce: le belle calosce le tengo per me. Ho comprato un'Isotta Fraschini, l'ho comprata soltanto per te; ho saputo che fai dei pompini: l'Isotta Fraschini la tengo per me. Ho comprato una vacca ed un mulo, li ho comprati soltanto per te; ma da quando lo prendi nel culo la vacca ed il mulo li tengo per me. Ho comprato Annabella ed Amica, le ho comprate soltanto per te; ma da quando tu dai via la fica Annabella ed Amica le tengo per me. Ho comprato una mazza da polo, l'ho comprata soltanto per te; ma da quando mi hai dato lo scolo la mazza da polo la tengo per me. Ho comprato due lunghi bastoni, li ho comprati soltanto per te; ma da quando mi hai rotto i coglioni i lunghi bastoni li tengo per me. 17/4/8 MISTERI (più o meno goduriosi) I MISTERI Nel primo mistero lussurioso si contempla San Cirillo che col cazzo fatto a spillo inculava i microbi... Coro: Era un fenomeno! Nel secondo mistero godurioso si contempla Sant'Ilario che col cazzo sul binario deragliava i rapidi... Coro:Era un fenomeno! Nel terzo mistero peccaminoso si contempla Santa Cecilia che con la fica a conchiglia catturava i bigoli... Coro:Era un fenomeno! Nel quarto mistero voluttuoso si contempla Sant'Ambrogio che col cazzo ad orologio soppesava gli attimi... Coro: Era un fenomenol Nel quinto mistero misterioso si contempla Santa Monica che con la fica a fisarmonica assordava gli Angeli... Coro:Era un fenomenol Nel sesto mistero lussurioso si contempla Sant'Ermete che col cazzo fatto a ariete demoliva gli alberi! Coro:Era un fenomeno. Nel settimo mistero godurioso si contempla San Procopio che col cazzo a periscopio inculava i naufraghi... Coro: Era un fenomeno! Nell'ottavo mistero peccaminoso si contempla Santa Cunegonda che, con la fica fatta a fionda abbatteva i passeri!... Coro: Era un fenomenol Nel nono mistero voluttuoso si contempla Sant'Esaù, che col cazzo rosso e blu correggeva i compiti... Coro: Era un fenomeno! Nel decimo e ultimo mistero misterioso si contempla Sant'Agnese che, con le pezze del marchese lucidava i mobili... Coro: Era un fenomeno! Pisciamo tra le rose Tra le rose pisciamo Un Fagjou in tu pignatin Un Fagjou in tu pignatin Due ……… Due…… Tre…….. Tre….. ……… …….. ……. Belin ,Belin, Belin Meerdaaaaaaaaaaaaaaa. E misureremo il nostro con vostro E se troveremo il nostro più lungo del vostro Sarà il nostro più lungo del vostro Ed il vostro non sarà uguale al nostro……… Risu reu, Risu reu Belin ,belin, belin Meeerdaaaaaaaaaaaa Nel Primo mistero lussurioso Vediamo ..Santa Agnese Che mangiava uova e cagava maionese. Sant’Agnese che con le pezze del marchese lucidava i mobili. Sant Arturo che con cazzo nel futuro inculava i posteri San Cirillo che col cazzo fatto a spillo inculava i microbi San Evarista che con la fica fatta a pista allenava Bartali San Illario che col cazzo sui binari, deragliava i rapidi San Severo che col cazzo tutto nero inneggiava al Duce 17/4/9 Il TUCUL Il Tucul è una capanna dove i negri fan la nanna Il Tucul è un antro tetro dove s’entra dal di dietro. Non c’è sedia non c’è letto per il povero negretto, Sulla porta del TUCUL l’uccellino fa cucu. 17/4/10 FANFULLA DA LODI FANFULLA DA LODI Il barone Fanfulla da Lodi, condottiero di gran rinomanza, vv ien condotto una sera in istanza dda una donna dai facili amor. Bel condottier, bel condottier, cessa di far la guerra, la guerra, la guerra. Bel condottier, bel condottier, cessa di far la guerra e vieni a goder! Era vergine il prode Fanfulla ma, alla vista di tanta maliarda, sfoderò la sua casta alabarda, e con zelo si mise a giostrar. E cavalca, cavalca, cavalca, alla fine Fanfulla si accascia; gli rammenta la bella bagascia: « Cento scudi mi devi donar! ». «Vaffancul, vaffancul, vaffanculo! - le risponde Fanfulla, incazzato. - Venti scudi di già t'ho donato, ed il resto lo prendi nel cul! » Passa un giorno, due giorni, tre giorni, e a Fanfulla gli prude l'uccello: «Cos'è mai questo male novello che natura mi vuole donar? ». Vien chiamato un dottore di grido, che gli dice « Mio caro Fanfulla, qui bisogna amputare una palla se di scolo non vuoi tu morir! ». Ritornello In materia di cazzi e di scoli non c’è proprio mai nulla che tenga vige solo la legge del Menga che all’incirca si esprime così Chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul s’el tenga chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul, chi l’ha nel cul s’el tenga s’el tenga ben dur 17/4/11 OSTERIE LE OSTERIE Osteria numero uno. (paraponzi ponzi pò) al casin non c'è nessuno (paraponzi ponzi pà) ci son solo preti e frati che s'incutano beati, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero due, (paraponzi ponzi pò) le mie gambe fra le tue, (paraponzi ponzi pà) le tue gambe fra le mie fanno cento porcherie, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero tre, (paraponzi ponzi pò) la Peppina fa il caffè; (paraponzi ponzi pà) fa il caffè alla tirolese, con le pezze del marchese, dammela ben, biondina. dammela ben, biondà!... Osteria numero quattro, (paraponzi ponzi pò) la servetta ha rotto un piatto, (paraponzi ponzi pà) e per non farlo vedere ficca i cocci nel sedere, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... (variante) Osteria numero quattro, (paraponzi ponzi pò) la marchesa aveva un gatto, (paraponzi ponzi pà) si faceva un ditalino con la coda del felino, dammela ben biondina, dammela ben biondà!... Osteria numero cinque, (paraponzi ponzi pò) c'è chi perde, c'è chi vince; (paraponzi ponzi pà) ma chi perde, caso strano se lo trova dentro l'ano, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero sei, (paraponzi ponzi pò) è il casino degli ebrei; (paraponzi ponzi pà) ma gli ebrei son sporcaccioni, ficcan dentro anche i coglioni, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero sette, (paraponzi ponzi pò) Il salame piace a fette, (paraponzi ponzi pà) ma alle donne, caso strano, Il salame piace sano, dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero otto, (paraponzi ponzi pò) la marchesa fa il risotto; (paraponzi ponzi pà) fa il risotto ben condito con lo sperma dei marito. dammela ben biondina, dammela ben, biondà!... Osteria numero nove, (paraponzi ponzi pò) il mio cazzo fa le prove; (paraponzi ponzi pà) fa le prove contro il muro per vedere quant'è duro. dammela ben, biondina, dammela ben, biondà!... (variante) Osteria numero nove, (paraponzi ponzi pò) la marchesa fa le prove, (paraponzi ponzi pà) fa le prove col prosciutto, per veder se c'entra tutto, dammela ben biondina, dammela ben biondà!... Osteria numero venti, (paraponzi ponzi pò) se la fica avesse i denti, (paraponzi ponzi pà) quanti cazzi all'ospedale, quante fiche in tribunale, dammela ben, biondina, dammela ben, bionda]... Osteria numero cento, (paraponzi ponzi pò) più lo spingi e più va dentro, (paraponzi ponzi pà) ma, se spingi oltre misura, poi ti nasce una creatura, dammela ben biondina, dammela ben biondà!... Osteria numero mille. (paraponzi ponzi pò) il mio cazzo fa scintille, (paraponzi ponzi pà) fa scintille nella notte per veder le donne biotte, dammela ben biondina, dammela ben biondà!... Osteria del cimitero, (paraponzi ponzi pò) è successo un fatto nero: (paraponzi ponzi pà) due cadaveri putrefatti si inculavan come matti, dammela ben biondina, dammela ben blondà!... Osteria del Vaticano, (paraponzi ponzi pò) è successo un fatto strano, (paraponzi ponzi pà) Sua Eminenza con gli occhiali inculava i cardinali, dammela ben biondina, dammela ben biondà!... 17/4/12 Rosina Rit, Rosina dammela ,dammela, dammela,dammela. Rosina dam,dam,dam per amor E no,e no,eno,non te la do No,no,no non te la do perché non ce l’ho Ci narrano le istorie che Romolo Quirino Dopo fondata Roma ci aprissero un bel casino, poiché le Bolognesi non erano vicine dovette accontentarsi di vergini sabine, Ma tutto questo avvenne in tempo assai lontanano! Adesso,in quei locali,ci han fatto il Vaticano, E come disse Enea al figlioletto Iulo Anche questa volta ce l’hanno messo in culo. Il prode Muzio Scevola,brandendo il suo pugnale, trafisse nella chiappe ,per sbaglio un generale, allora Re Porsenna ,per dargli una lezione, gli fece abbrustolire la fava sul carbone. Ma il re,distrattamente essendosi voltato, si prese nel didietro quel cazzo arroventato! Il prode Muzio Scevola guardando sul catino Le seghe d’ora in poi le spara con mancino. I tre fratelli Orazi,recandosi a duello, invece delle spade affilavano l’uccello, le spese di quell’atto le fecero i Curiazi, che furono squarciati nel culo da quei cazzi Richiesero a Cornelia,ragazzi molto belli, però non eran quelli i beni più adorati: di negri avea un serraglio dai cazzi esercitati 17/4/13 Alla “Polizia Municipale”- “Cantune”-“Bacchiferi” Correvano, correvano Sembravano POMPIeri Quei quattro cullatieri delle guardie di città. 17/4/14 la “ BIGA” Ai Romani piaceva la BIGA Più dinamica della lettiga Se vedevi una BIGA passar Ti sentivi il Cocchio tirar Viva la Biga Viva la Biga Fu Poppea una donna un poco strana A girar con la Biga scoperta E i Romani stavano all’erta. Viva la Biga Viva la Biga 17/4/ 15 Un Rumore Pietro disse a Paolo e Paolo disse a Pietro Chi fece quel rumore dal … DI DIETRO Non me lo dica .. dica , dica Non me lo dica .. dica , dica E’vero E’ vero Ma Paolo disse a Pietro e Pietro disse a Paolo Chi fece quel rumore è il tuo CAVALLO E’ vero è vero. Non me lo dica, dica ,dica Non me lo dica,dica ,dica Viva La faccia del compositor che fece QUESTO CANTICO D’AMOR 17/4/16 “Che bei tempi rievochiamo” Che bei tempi rievochiamo Ottocento su per giù Quando ogni cittadino era esempio di virtù Egli andava nei “Casini” senza “Olla” né “Hatù” Perchè ogni cittadino era esempio di virtù E senza i padri nascevano i figli, come i conigli, come i conigli Perché ogni cittadino era esempio di virtù. Ed anche i preti avean le amanti ,belle e costanti Come quelle di oggidì Perché ogni cittadino era esempio di virtù. Dura minga Non può durare 17/4/17 Stornelli Fiorin Fiorello ti canto or ora un ritornello: A Firenze facevi il trippaio. T’è successo un grandissimo guaio La tu, moglie dal cuore eccelenti Dava via la trippa per niente La canzon pirulilorin pillurilolere La canzon pirulilorin pillurilolera La tua moglie cosi per natura Ha del fuoco una grande paura Io lo vista ancora ieri Era a letto con QUATTRO POMPIERI Rit. 17/4/18 Viva Torino Viva Torino,città delle belle donne Noi siamo le colonne,noi siamo le colonne, Viva Torino ,città delle belle donne Noi siamo le colonne dell’Università. Era lei si si/era lei no no Era lei che lo voleva/era lei che lo pigliò Ma quando non arriva ,il vaglia di papà Noi siamo le colonne… del Monte di Pietà Era lei si si…… …………… Ma quando arriva, il vaglia di papà Noi siamo le colonne … di tutti i varietà Era lei si si …. ……………….. 17/4/19 Il Cosacco Là nella steppa grigia, là nella steppa brulla, tra i rami di betulla galoppa un cavalier. E cosacco torna a casa, ma Natascia non l'aspetta: era andata a far marchetta col marchese Sboronoff. Il cosacco, incazzato, prende l'ascia e la doppietta e si reca, in bicicletta, al castello Sboronoff. Sta Natascia, svergognata, china e prona sul divano, e il marchese, con la mano le palpeggia el bus del cul. Il cosacco, cazzo in mano, glielo punta contro il culo, e, spingendo come un mulo, gli frantuma lo sfinter. Il cosacco, furibondo, infierisce poi con l'ascia, ti disquarta la bagascia, e ti evira Sboronoff. Il cosacco, vendicato, prende l'ascia e la doppietta, e, salito in bicicletta per la steppa se ne va. 11 cosacco, rincazzato, va diritto da Stalino, il ruffiano del casino, del casino Fregnastuff. E Stalino gli promette `na bagascia per le sette, dietro lauta ricompensa d'otto rubli e una credenza. Il cosacco, ingalluzzito, tocca il cazzo con un dito, per vedere la reazione dell'uccello e del coglione. Constatata l'efficienza, carca in spalla la credenza, e poi sale in tutta fretta agognando la marchetta. La puttana, denudata, gli vuoi fare un'imboccata perché trova 'l suo uccellino saporito di stracchino. Al cosacco, caso strano, gli si ammoscia nella mano, e, tornato in tutta fretta, deve farsi una pugnetta. 17/4/20 NORMA Norma, dei tuoi rimproveri non ce ne frega un cazzo: della tua fica vergine noi ne farem strapazzo. Non ci saran più culi né fiche verginelle: sotto le nostre turgide, durissime cappelle scomparirà, scomparirà ogni ricordo di verginità. Entra ed esce e non fa male fino alle pale, fino alle pale; per veder chi l'ha più dritto lo sbatteremo contro il soffitto; per veder chi l'ha più duro lo picchieremo contro ad un muro; e per veder chi l'ha più grosso lo ficcheremo dentro in un fosso. 17/4/21 L'OSELIN DE LA COMARE L'oselin de la comare, l'oselin volea volare; si posò sopra la testa: l'oselin faceva festa. Ma più in giù volva volare l'oselin de la comare. Si posò sopra le tette: l'oselin battea le alette. Si posò sopra la panza, l'oselin senza creanza. Si posò sopra i ginocchi, I'oselin batteva gli occhi. Ma più in su volva volare I'oselin de la comare! Si posò sopra la fica l'oselin facea fatica: e su e giù prese a volare l’osellin de la comare. 17/4/22 VIENI CON ME, MIA BELLA Vieni con me, mia bella, vieni con me a Palazzo; ti mostrerò il mio ca ...ro e amato genitor. Vieni con me, mia bella, vieni con me alla valle: ti mostrerò le pall…ide rose dei mio giardin. Vieni con me, mia bella, vieni con me in bottega: tu mi farai 'na se...mplice dichiarazion d'amor. Vieni con me, mia bella, vieni alla quercia antica: mi mostrerai la fi ...bbia la fibbia del gilè. Vieni con me, mia bella, vieni con me al ruscello: ti mostrerò l'uc..ente la lama del pugnal. 17/4/23 LA VISPA TERESA La vispa Teresa avea, tra l'erbetta, a volo sorpresa gentil fartalletta e tutta giuliva gridava a distesa: “L'ho presa, l'ho presa, l'ho presa nel cul ! Fate largo, che passano i giovani i seguaci di Bacco e di Venere, coi cappelli color d'ogni genere e la fava rivolta all'insù! Cosa Importa se voi professori siete vecchi, barbosi e tiranni? I Goliardi hanno sempre vent'anni anche quando ne hanno di più! Bimbe belle, facciamo l'amore che è la cosa più bella del mondo: chi non ama nel tempo giocondo quand'è vecchio lo prende nel cul! Lo punteremo contro il muro e scopriremo chi l'ha più duro; lo punteremo sul soffitto e scopriremo chi l'ha più dritto; lo metteremo tra due porte e scopriremo chi l'ha più forte; lo getteremo dentro a un fosso scopriremo chi l'ha più grosso